Nell’opera Turandot, che abbiamo conosciuto in questi ultimi mesi, uno dei tre ministri (Ping, Pang o Pong) tiene in mano uno strano strumento: è un abaco:
Stiamo studiando l’antica civiltà cinese che ha dato inizio al grande impero millenario:
A scuola quindi osserviamo un piccolo Soroban (abaco giapponese) costruito artigianalmente da un collega per i suoi alunni (vedi QUì) e con cui si può giocare (vedi QUì)
Ecco il soroban abbinato alle quantità 10, 100 e 1000 dei cartelloni presenti in aula (metodo analogico di C. Bortolato) Io tengo il soroban con le aste orizzontali per non far spostare le palline, in alto unità, in mezzo decine, in basso centinaia, invece che da sinistra a destra:
Qualche informazione dal web (da Polimath):
Abachi cinese e giapponese
Suan Pan è il nome dell’abaco cinese di cui riportiamo un bel esemplare antico. |
Il modello di abaco più diffuso è quello cinese, chiamato Suan Pan. Prevede una serie di asticciole che indicano, andando da destra verso sinistra, i diversi ordini delle unità, cioè le unità del primo ordine, le decine, le centinaia, le migliaia e così via.
Il carattere cinese Suan significa “calcolare” e rappresenta un antico abaco di bacchette bambù tenuto da due mani. |
Su ogni asticciola sono sistemate sette palline con una barra che ne separa cinque equivalenti all’unità da una parte e due equivalenti a cinque unità. dall’altra.
L’abaco giapponese, chiamato Soroban, è leggermente diverso dal modello cinese, ma il principio i funzionamento è praticamente identico. | |